
(1)
Cfr. Vangelo di Giovanni 3, 1-21
Vangelo
di Luca 4, 14-30
«Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello
Spirito Santo e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle
loro sinagoghe e tutti ne facevano grandi lodi. Si recò a Nazaret, dove era
stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si
alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il
passo dove era scritto: “Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha
consacrato con l'unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto
messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista;
per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del
Signore. Poi arrotolò il volume, lo consegnò all'inserviente e sedette. Gli
occhi di tutti nella sinagoga stavano fissi sopra di lui. Allora cominciò a
dire: “Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri
orecchi”. Tutti gli rendevano testimonianza ed erano meravigliati delle parole
di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: “Non è il figlio di
Giuseppe?”. Ma egli rispose: “Di certo voi mi citerete il proverbio: Medico,
cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafarnao, fallo anche qui,
nella tua patria!”. Poi aggiunse: “Nessun profeta è bene accetto in patria. Vi
dico anche: c'erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo
fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il
paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova in Sarepta di
Sidone. C'erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo, ma
nessuno di loro fu risanato se non Naaman, il Siro”. All'udire queste cose,
tutti nella sinagoga furono pieni di sdegno; si levarono, lo cacciarono fuori
della città e lo condussero fin sul ciglio del monte sul quale la loro città
era situata, per gettarlo giù dal precipizio. Ma egli, passando in mezzo a
loro, se ne andò».