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Radicali e compassionevoli

Non sappiamo chi abbia inventato il personaggio del cristiano conformista e moderato e come lo si possa interpretare senza rendersi ridicoli. Non si capisce come gli ipocriti e i pavidi possano conciliare il Vangelo con la loro forma vita. Gli uomini dalle parole mielose che non infastidiscono gli oppressori e gli iniqui non sono contemplati. E neanche quelli che si occupano dei precetti senza interessarsi dei drammi sociali (da cui sono immancabilmente al riparo). Dio si incarna, prende dimora tra gli ultimi, diventa storia ma i paladini della verità continuano a praticare l’astrazione ed a vivere in mondi paralleli e soprattutto dorati. Dio cura ferite, condivide le sofferenze dei poveri, visita e consola i malati e loro elaborano interpretazioni utili solo al curriculum personale. Il cristiano è prudente secondo lo Spirito non secondo gli uomini. Il Vangelo non cerca teorici ma attualizzatori ossia occhi, sorrisi, gambe, mani che lo facciano ri-vivere portandolo per le strade del mondo. Dio non ci ha affidato un libro da analizzare didatticamente ma un’esperienza da ripercorrere con i nostri carismi. Compassionevoli e radicali nell'opzione per gli ultimi. Mai rigidi con i c.d. lontani nell'attesa del giorno in cui vedremo pubblicani e prostitute passare avanti(1): il segno di riconoscimento del nostro Dio.

(1) Cfr Vangelo di Matteo 21, 28-32

Testo di Don Lorenzo Milani:
“Ci vuole una parola dura, affilata, che spezzi e ferisca, cioè una parola concreta[…]La famiglia cristiana dell’operaio e del contadino ha bisogno di un prete povero, giusto, onesto, distaccato dal denaro e dalla potenza,…dal Governo, capace di dir pane al pane senza prudenza, senza educazione, senza pietà, senza tatto, senza politica, così come sapevano fare i profeti o Giovanni il Battista”
(Don Lorenzo Milani, Lettere di Don Lorenzo Milani, Priore di Barbiana, a cura di Michele Gesualdi, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo-Milano 2007, p. 103)